25.2.13

Caro compagno Carlo Marx

Caro compagno Carlo Marx,

Non avresti mai immaginato, Tu che hai dedicato, insieme al Tuo amico Federico, la Tua vita e le Tue opere a noi, di essere ricordato, riscoperto ed evocato proprio dai rappresentanti di quella classe sociale che hai sempre combattuto.
E pensare che per un secolo gli hai agitato i sogni ai padroni, o no?
E già, caro compagno, ricorrono a Te perché con tutte le loro “teorie” non sanno piu’ che pesci pigliare, non sanno come risolvere la loro crisi, e perpetuare il proprio sistema. E’ per questo che studiano i Tuoi scritti, rispolverando i Tuoi libri, usandoli per i loro scopi, per spiegarsi le insanabili ed endemiche contraddizioni della loro società. C’è però, un piccolo, odioso, particolare che devi sapere. I borghesi ed i loro servi Ti riscoprono solo per le Tue analisi, per la Tua critica della filosofia politica, per la Tua capacità di prevedere l’odierno processo di internazionalizzazione capitalista.Per il resto, resti morto.
Per il resto, non Ti devi “aggirare”, nemmeno come fantasma!
Per la rivoluzione, la società senza classi, il comunismo, l’organizzazione proletaria internazionale, per tutte queste Tue pratiche e conseguenziali conclusioni inscindibili dal tuo pensiero, niet, non c’è spazio, non se ne parla.
E se qualcuno ci prova, a parlarne, c’è pronta la repressione, e la galera.

A Te, certo, a questo punto, per l’arguzia che Ti è propria, non torneranno i conti. E, sagace, Ti domanderai: ma in tutto questo quadro, noi operai, che fine abbiamo fatto, parliamo di Te, Ti studiamo, Ti seguiamo, mettiamo in pratica i Tuoi insegnamenti? Insomma, noi operai, ce l’abbiamo fatta?
Beh, dobbiamo deluderTi.
Siamo ancora divisi in classi.
E siamo ancora sfruttati, anzi, ci siamo moltiplicati e diffusi in ogni angolo del pianeta, al contrario della nostra coscienza di classe. Gli sfruttatori, anche loro, magari con colori e bandiere diverse, sono aumentati, ed hanno affinato i loro strumenti di comando, di oppressione, di controllo. Pensa, caro compagno Carlo Marx, che alcuni di questi sfruttatori, tra i piu’ grandi e crudeli, si dicono “comunisti”, e sfruttano in nome del “popolo”. Gli altri, la maggioranza, sono democratici. Certo, ci abbiamo provato.
Resistenze, lotte, scioperi, manifestazioni, scontri.
Ci siamo battuti, lasciando sul terreno molti nostri compagni ed anche qualche padrone. Abbiamo conquistato diritti e libertà che da un lato, come succede oggi, ci vengono puntualmente rimangiati, dall’altro, comunque, hanno lasciato inalterati i rapporti di sfruttamento, e tutta la società che li difende. Insomma, a tratti, e temporaneamente, siamo riusciti a farci sfruttare un po’ meno, o un po’ meglio.
Si, lo sappiamo, è pochino, rispetto al Tuo programma di fine del sistema del lavoro e del salario. Ma tant’è, questo ci hanno permesso le condizioni storiche in cui abbiamo vissuto e viviamo.
Ma anche, perché nascondercelo, questo è quello che hanno prodotto i nostri ritardi, i nostri errori, le nostre sconfitte.
D’altra parte, ce lo hai insegnato Tu, noi operai “vinciamo ogni tanto”.
Magari in un prossimo futuro…

Salutaci Federico, Wladimiro, Karl, Clara, Rosa, Leone, Amadeo, Antonio e tutti gli altri fantasmi che continuano ad aggirarsi ormai non piu’ solo per l’Europa.

Distinti Saluti

le compagne ed i compagni del pianeta Terra - 1/8/'012

fonte: Combat-coc.org

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