24.2.12

Non votare (2)

A Genova è tempo di elezioni, dopo la sit-com delle primarie del centrosinistra ci aspettano ancora mesi di noiosa e patetica campagna elettorale.

Cosa c'è di nuovo?

Nulla. Se non che la crisi ha fatto cambiare alcune abitudini ai protagonisti del baraccone elettorale. Fino a qualche anno fa i manifesti elettorali erano pieni di promesse e impegni dei politicanti di turno. Oggi tutte quelle belle parole sono sparite lasciando spazio ai grandi loghi dei partiti e alle facce dei contendenti: sanno benissimo che non riuscirebbero a mantenere ogni genere di promessa.
Ripetono come un leit motiv della necessità di rinnovamento e pragmatismo spacciando il vecchio per nuovo. Da parte nostra possiamo dire tranquillamente: "l'opportunismo continua"...

Non ne facciamo una questione di scelta di "programmi" o candidati, di moderati o progressisti, di giovani o vecchi: chi vincerà farà inevitabilmente i conti con la propria borghesia di riferimento difendendone gli interessi e i privilegi.
Agiamo in proprio, lottiamo contro il capitale, l'alternativa altrimenti è quella di pagare il prezzo della loro crisi a testa china. Dalla fase attuale emerge la necessità di organizzarci autonomamente per affrontare a testa alta le loro misure e riforme che di tornata in tornata, tra un sindaco e l'altro ci vengono imposte.

C/O Tensione/ Combat - Genova

17.2.12

E la folla applaude i "Black Block"...

Cara è costata, ai politicanti greci, l'approvazione del pacchetto di risparmi, voluto dall'unione europea (in particolare dalla germania), per "far uscire dalla crisi" la Grecia.
Ad Atene, fuori dal parlamento, i giorni precedenti, una folla sempre più grande si raccoglieva. La tenzione cresceva, con i primi tafferugli, fino a sfociare domenica 12 febbraio (quando è stato approvato il pacchetto), dal pomeriggio fino a notte inoltrata. Una guerriglia di intensità, radicalità e partecipazione popolare sorprendenti anche per tale paese, ormai abituato da anni a scene simili.
Gli scontri si sono estesi in varie città, con l'occupazione e l'incendio di banche, grandi magazzini, municipi ed altri palazzi governativi. Ad Atene, alle 23:05, è stata saccheggiato un negozio d'armi. Sono, poi, stati sequestrati dei poliziotti in moto (che sono state bruciate).
La cosa più "strana", almeno per chi ragiona secondo le belinate di giornalisti e politicanti, è stata che la cosi detta "gente normale",  spinta in piazza perchè non arriva più a fine mese, ha applaudito i "teppisti", "incappucciati", "black block". Infatti, nel pomeriggio della domenica, c'è stato un lancio simbolico di mandarini contro la celere, fatto da persone in linea di massima pacifiche, ma esasperate. Per tutta risposta c'è stata una carica polizesca. Da quel momento sono cominciati gli scontri "seri", con la comparsa dei "black block", accolti con solidarietà e complicità da tutta la piazza. E tutti insieme (buoni e cattivi quì non ci sono) hanno respinto la polizia, dando inizio ad una lunga giornata di riappropriazione della propria dignità, caplestata dalla crisi capitalistica. Forse il tracollo economico, e la crescente rabbia sociale diffusa, ha fatto capire al resto dei manifestanti, ma anche alle persone comuni, che i nemici non sono quelli che si coprono il volto e danno battaglia per le strade, ma che i veri criminali sono quelli che siedono in parlamento, come lo sono tutti i capitalisti ed i loro servitori politici.
Cosa ancora più strana, è che tale episodio di fraternizzazione fra "teppisti" e "brava gente" è stato riportato, durante la cronaca degli scontri, niente di meno che da un giornalista de "La Repubblica", lo stesso giornale di infami, delatori e spioni che, insieme a "Libero", "Il Giornale", "L'Unità" e tutti gli altri, hanno scatenato, dopo gli scontri del 15 ottobre a roma, una caccia alle streghe per individuare chi aveva partecipato alle "violenze", sbattendo le loro foto in prima pagina, chiedendo (anche a parenti ed amici!!) di riconoscerli e denunciarli... molto civile per questi borghesi illuminati!!
Forse sperano che tali episodi rimangano confinati alla Grecia, o forse temono che, se mai cose del genere dovessero accadere dalle nostre parti, anche le loro redazioni potrebbero fare la fine di banche e municipi. Come meritano.

Per vedere il video di "Repubblica", in cui il giornalista ammette che la folla ha applaudito i teppisti e che la piazza era piena di "gente normale", e non solo i "soliti militanti", vai a:
http://www.youtube.com/watch?v=0U7xtJI1FLc
http://video.repubblica.it/dossier/crisi-euro-merkozy/mastrogiacomo-atene-sara-battaglia-ad-oltranza/87936/86329

Una veloce (e parziale) cronaca dei fatti.

La lunga notte del 12 febbraio: incendi e saccheggi


- Decine di banche ed altri edifici bruciano in Atene dopo le manifestazioni; forti scontri a Salonicco e Petra; la situazione sembra stia uscendo dal controllo.

- alla 1,06, il parlamento greco ha approvato il nuovo memorandum.

- 1,03, Dichiarazione della facoltà di legge occupata:
o decisa la continuazione dell’occupazione; chiamiamo la gente a scendere in strada e continuare a combattere;- niente è compiuto, tutto inizia ora.
o la facoltà di legge è il centro della lotta e continuerà ad esserlo.

- 0,22: manifestanti arrabbiati di Corfù hanno assalito gli uffici dei parlamentari socialisti Gerekou e Dendias (ex ministro Giustizia), e li hanno distrutti.

- 0,20: brucia il municipio di Volos; poco prima della gente ha assalito l’ufficio locale delle imposte, distrutti molti documenti.

- 0.7 manifestanti ad Atene attaccano la stazione di polizia Exarcheia.
- 23,45 il centro di Atene è coperto dal fumo dei gas lacrimogeni; continuano gli scontri e le strade sono piene di gente

- poco prima molti manifestanti hanno cercato di attaccare l’abitazione dell’ex primo ministro Costas Simitis, scontri con la polizia a guardia.

- Prima un gruppo di manifestanti ha cercato di invadere la stazione di polizia dell’Acroipoli; i poliziotti hanno difeso la sede, ma parecchi di loro feriti, vetture della polizia bruciate.

- Bloccata da manifestanti una unità di polizia su motociclette, ribaltate.

- 23,10 impossibile calcolare il numero dei manifestanti ad Atene, centinaia di migliaia.

- 23,07, bruciato l’edificio di Marfin bank

- 23,05 saccheggiato un negozio di armi ad Atene

- 23,02 confermata l’occupazione del municipio di Atene, poi arrestati dai poliziotti

- 22,40 la polizia attacca la facoltà di legge, almeno 200 persone bloccate dentro.

- 22,30 almeno 20 manifestanti e 30 poliziotti feriti

fonte: Rossa Gioventù

15.2.12

Panama tra rivolte e repressione

Le proteste scoppiate a Panama lo scorso 5 febbraio contro il rifiuto del governo a qualsiasi tipo di negoziazione per la decennale questione delle distribuzione delle terre, sono costate care alla popolazione della regione, in prevalenza indigena dell'etnia Ngobe Buglé. La rivolta è iniziata a seguito dell'approvazione della "Ley de Minería" una legge che ha consegnato intere parti della riserva Ngobe Buglé a compagnie di estrazione di minerali; la popolazione era già esasperata dalla politica del governo di forte sfruttamento delle risorse idriche a causa della costruzione di centrali idroelettriche.

Due morti, circa 50 feriti e più di 40 arresti. La repressione si è intensificata quando il traffico della Carretera Interamericana, un nodo viario vitale per merci e turismo, è stato interrotto in più punti dai picchetti e dai blocchi organizzati dai leader indigeni .In particolare, a scatenare la protesta è stata la mancata applicazione di una legge che tutela le fonti naturali e minerali all'interno della riserva Ngobe Buglé.

Il governo ha attuato un vero e proprio piano di militarizzazione dell'intera zona e la repressione è stata brutale. Gli agenti hanno sparato su donne e bambini, sono stati praticati arresti sommari, persone di qualsiasi età e sesso ritenute vicine al movimento di protesta venivano prelevate dalle loro case, ogni persona di etnia indigena è stata messa in stato di fermo.

Le comunicazioni telefoniche sono state bloccate. Infine, quando nella capitale un corteo si stava dirigendo verso il palazzo del Congresso, il capo del governo Riccardo Martinelli ha inviato interi plotoni di polizia a difendere i suoi supermercati.

Il 7 febbraio si sono svolte proteste in tutta Panama e davanti alle ambasciate panamensi in tutto il Centro-America. I rappresentanti delle comunità indigene dei Ngobe Buglé hanno chiesto al governo il ritiro della polizia dalle zone più "calde", la cessazione della repressione, le cure mediche per i feriti e la liberazione immediata dei detenuti.

Ad oggi, a seguito di un accordo tra il governo e le organizzazioni indigene la repressione è cessata.

C/O Tensione - Genova



9.2.12

Mosca: Di fronte al regime di Putin e ai neo-fascisti

Per maggiori info rimandiamo al sito dei compagni comunisti libertari russi: http://avtonom.org/
Nelle prossime settimane inizieremo a pubblicare alcuni materiali della sinistra radicale russa.

Mosca: Di fronte al regime di Putin e ai neo-fascisti

Il 4 febbraio, ancora una volta, la popolazione di Mosca si è mobilitata contro il regime di Putin. Secondo le fonti, si parla tra i 36.000 e 120.000 manifestanti hanno dimostrato per le strade della capitale della Russia.

Lo slogan dei settori libertari e radicali di sinistra era: "Per l'unità - contro il nazionalismo e il capitalismo"

Ma questa opposizione al regime di Putin, pur contando le forze progressiste degli attivisti di estrema sinistra e anarchici, ha inoltre richiamato l'opposizione dei liberali e persino i nazionalisti di estrema destra e neo-fascisti. Inoltre, secondo il rapporto pubblicato dai comunisti anarchici russi di Azione Autonoma, una processione che coinvolge anarchici e antifascisti si è tenuta sia contro il regime di Putin ma anche contro l'opposizione nazionalista e reazionaria.

Con lo slogan "La società non ha bisogno di un uomo forte", anarchici e antifascisti hanno dimostrato e hanno scandito slogan come "anti-fascismo non è un crimine. Fermare la persecuzione contro la antifascista Nizhny Novgordod "(un attivista, molto anti-fascista sono stati arrestati in questa città),"una soluzione: auto-organizzazione","il nostro candidato: l’auto-organizzazione","tutti i politici sono ladri", ecc.

Di fronte alla processione dei nazionalisti e neo-fascisti, gli antifascisti e anarchici cantavano "il colore del mondo non è bruno" e altri slogan contro il fascismo e il nazionalismo. Il corteo è stato oggetto di provocazioni sia da parte dei sostenitori di Putin che da quelli nazionalisti.

"Il nostro voto: auto-organizzazione"
"Elezioni = rimedio proprio contro la rivoluzione"
"La soluzione non è nella Duma, ma in strada"

Mosca, il corteo anticapitalista e antifascista del 10 dicembre scorso