16.9.14

"Partiti di massa"

Pubblichiamo uno scritto di Danilo Mannucci, di cui abbiamo parlato nello scorso numero di questo giornale, inviatoci dal figlio Giuseppe. Danilo Mannucci è stato un militante comunista rivoluzionario, perseguitato dal fascismo, fondatore della CGL rossa, segretario della Camera del lavoro di Salerno; espulso dal PCI, aderì alla frazione ed al PCInt. Il periodo in cui venne redatto questo scritto (tra la fine del 1944 e l'inizio del 1945), vede l'Italia divisa tra un Centro-nord occupato dalle truppe tedesche (con il sostegno della fascista Repubblica di Salò), ed un Sud in mano agli Alleati, i quali si appoggiano sulla politica collaborazionista e borghese dei "partiti di massa", a capo della Resistenza. Tra di essi si distinguono la DC, il PCI ed il PSI, che vedono accorere tra le loro fila numerosi "nuovi aderenti", alla ricerca di ciò che descrive con efficacia Danilo Mannucci. E' il solito sport nazionale del "salto sul carro del vincitore", che vedrà nell'Italia repubblicana l'emergere di una vera e propria "scuola", popolata da personaggi molto più squallidi, profittatori, arraffoni e cialtroni di quelli a cui si riferisce Mannucci. Se da questo punto di vista potremmo dire: "il buon Danilo non poteva immaginare dove saremmo arrivati", è comunque significativo il fatto che nell'articolo si mettano in primo piano degli altri aspetti, di cui un partito rivolozionario non può far finta di nulla: 1) la necessità della ricerca di una adesione di massa genuina e non fittizia (tenendo presente che il concetto di "massa" varia col variare della situazione); 2) tale adesione "non s'improvvisa, ma si prepara" se si vuole veramente costruire qualcosa di serio, e non l'ennesimo partito-burletta destinato ad essere spazzato via al primo cenno di reazione. Insegnamenti per l'oggi e per il domani. Un caro saluto a Giuseppe Mannucci, che è anche autore del libro che narra la militanza del padre.

Bisogna essere tali ad ogni costo! Anche quando la massa, o almeno la parte più evoluta e politicamente cosciente di questa massa ci sfugge di mano, dobbiamo restare a qualsiasi costo... partito di massa! Nascondendo le lacune, colmando i vuoti; rimpiazzando coloro che s'allontanano con elementi eterogenei e non sempre ... illibati, spalancando larghe le porte a chi vuole entrare, senza scendere a sottigliezze personali e scandali del passato. Tanto, la camicia nera non è più di moda, e il resto non conta! Quello che conta è invece il numero. Certi libelli politici, così maestri nel falsare la verità e la storia, annunzieranno pomposamente che a Forlimpopoli il partito conta 15mila aderenti, o che ne conta 50mila a Villalunatica. E artificiosamente si crea per sé stessi e per gli altri la leggenda burlesca dei potentissimi "partiti di massa". E, nel fenomeno dell'autosuggestione, ci s'illude illudendo la platea.
Ma quale massa, eterni buffoni? Esaminiamo bene da vicino questa turba che corre al partito come correva al rifugio sotto la minaccia dei bombardamenti aerei. Esaminiamola bene, e cerchiamo di estrarne tutte le deduzioni dovute. La stragrande maggioranza di questi affannatissimi individui cerca la tessera solo per due motivi: di carattere politico, il primo, di carattere economico, il secondo.
Nel primo di questi motivi la tessera d'iscrizione a questi legalissimi partiti serve per far dimenticare un passato vergognoso e non scevro di macchie, ed insinuarsi nei posti di prima fila grazie a certe doti individuali che "umilmente" vengono messo al servizio di questo "ideale" fiorito all'ultimo minuto. Ed innalzandosi al di sopra delle sofferenze dei vecchi, noi vediamo certi individui che han così bene appoggiato il nefasto regime fascista, quando non ne furono parte integrante, arrogarsi un indiscutibilissimo diritto di primato e proporre persino l'espulsione a vecchi e provati elementi di partito. Il passaggio, d'altra parte, è semplicissimo. Basta cambiar la parola "camerata" con quello di "compagno". Il resto va da sé! Nel secondo di questi motivi è la massa amorfa, digiuna di ogni concezione ideologica, sfiduciata da un triste esperimento ventennale così miseramente fallito, tradita e calpestata nei suoi diritti da una prepotenza che la tenne "massa schiava" per tanto tempo e che, conscia solo dell'importanza che assumono certi partiti oggi (specie il partito comunista), ravvisano in questi i sostituti del fascismo, e corrono a cercare la tessera, pensando con la medesima di potersi mantenere o procacciare l'impiego, oppure di risolvere certe questioni di carattere economico divenute oggi d'imperiosa necessità. Nell'uno e nell'altro caso, assenza completa di idealismo o anche di semplice concezione politica, ma in compenso arrivismo, paura del domani, convenienza personale, necessità o supposta necessità familiare, ecc.,
Ed è questa la massa che voi oggi accogliete per riformare i partiti? Sono questi i nuovi gregari ai quali voi spalancate larghe le porte per poter giustificare le strombazzate cifre dei vostri gazzettini? O non sono piuttosto dei gruppi belanti ed incoscienti che ricercano nel partito la greppia ed il pascolo per risolvere unicamente la questione della pancia? Siamo logici, ma sopratutto anche onesti!
Il partito di massa non esiste ancora poiché voi non siete stati capaci di crearlo. Non s'improvvisano di colpo i grandi partiti rivoluzionari se non si forma prima una coscienza ideologica o politica a questa stessa massa che si vuole attirare. Se poi vogliamo semplicemente appagare l'ambizione limitandoci ad essere "numero", ebbene, noi formeremo un partito sulla carta, ma all'atto pratico niente avremo fatto di concreto.
Basterà un piccolo cenno di reazione e noi vedremo questa stessa massa scompaginarsi e frantumarsi avanti l'urto iniziale, poiché la storia c'insegna che le lotte rivoluzionarie non s'improvvisano; ma si preparano. Sono dunque questi i partiti di massa che voi riformate per la lotta del domani? O il vostro recondito scopo non è piuttosto quello di mantenere le turbe ancora incoscienti ed addormentate, poiché non potete, in forza di concordati stipulati, incamminarle sulla via di quella rivoluzione dalla quale vi distanziate ogni giorno di più?
Alla storia il compito di scrivere la verità! Ed il mondo saprà domani discernere chi tradì e chi servì il proletariato.

                                                                                                Danilo Mannucci

(da "Pagine Marxiste" n.36 luglio/agosto 2014)