30.3.13

Perù: dichiarato lo stato di emergenza per le proteste contro la miniera Xstrata


Il 28 marzo scorso in Perù è stato dichiarato lo stato di emergenza per 30 giorni (inizialmente nella provincia di Espinar, nel sud della regione andina di Cuzco, poi è stato esteso alle regioni Ayacuho, Huancavelica e Junin) dopo i violenti scontri tra polizia e abitanti dei villaggi che si oppongono all'attività della miniera Xstrata (multinazionale anglo-svizzera legata al settore minerario)-Tintaya. Ad oggi 2 persone sono morte negli scontri mentre si contano decine di feriti e arrestati, anche se non è ancora chiaro il numero preciso: i media nazionali e locali hanno dedicato pochissimo spazio a quanto sta avvenendo in queste regioni. L'esercito si è schierato nelle principali piazze dei villaggi della regione.
Lo stato di emergenza prevede il pieno controllo dei villaggi sotto l'autorità delle forze armate oltre a prevedere la sospensione della libertà di spostamento e altri diritti fondamentali come la sicurezza personale, l'inviolabilità del domicilio, la libertà di riunione.
Dopo le proteste sociali degli scorsi anni per il progetto minerario 'Conga' a Cajamarca, che avevano costretto il governo a rividere i parametri sull'effettivo impatto ambientale della miniera (gestita da un consorzio peruviano-statunitense) e rallentato di fatto i lavori del cantiere della stessa, la protesta si sposta oggi nella provincia di Espinar. Cambiano i luoghi, ma la stiuazione è la stessa: una classe (borghese) dirigente corrotta che continua inperterrita dopo secoli a svendere il territorio alla compagnia che offre di più; in nome del progresso e di una fantomatica "ricchezza nazionale". Una popolazione che si trova costretta a difendere con ogni mezzo necessario la propria salute, la propria terra e una fragile economia basata sull'agricoltura e che garantisce l'unico sostentamento di intere regioni.
 
CG

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