28.3.13

Melissa Alfaro

Melissa, giovane studente della scuola di giornalismo Jaime Bausate e Meza a soli 23 anni era già redattore capo del settimanale d'informazione "Cambio". Fino al giorno del 10 ottobre 1991, quando aprì una busta contenente esplosivo militare che la uccise sul colpo. Divenne il simbolo delle vittime del terrorismo di stato perpetrato da Fujimori e dai "montesinos" che tantò sanguè costò alla popolazione peruviana.
La decisione di eliminare la sua voce scomoda fu presa dai boia di stato quando "Cambio" iniziò ad indagare su diversi casi di assassinii politici, come gli omicidi dello studente Ernesto Castillo Páez e il giornalista Luis Morales Ortega.
Ci sono voluti 20 anni per iniziare a fare luce sugli autori di questi omicidi. Ancora oggi in Perù sono poche le associazioni e organizzazioni a ricordare il periodo nero della dittatura, e a tenere in vita la memoria di coloro che provarono ad opporvisi. L'eredità della dittatura pesa ancora come un macigno sulla coscienza collettiva dei peruviani.
"Melissa era un giovane 'giornalista-Calichina' come la chiamavano i suoi colleghi. Era una cronista curiosa e appassionata del suo lavoro. I problemi non le tolsero mai il sorriso, né la paura riuscì a fermare la sua decisione di affrontare il regime corrotto e violatore dei diritti umani di Alberto Fujimori."
"Mori' compiendo il suo dovere, come lei avrebbe voluto: di fronte alla sua scrivania"
Norma Méndez, madre di Melissa

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