8.5.13

12 maggio 2008 - La retata di Postville

Stati Uniti. Il 12 maggio del 2008, 390 immigrati (di cui 314 uomini e 76 donne) vennero arrestati nello Stato dell'Iowa per il reato di clandestinità. Il reato di clandestinità consiste nell'entrare irregolarmente nel territorio Usa. A causa della volontà di infrangere frontiere chiuse create dal capitale a difesa di fortezze sempre più putride, per questi compagni di classe si aprirono le porte del carcere.
Provenivano per lo più dal Centro America. La maggiorparte di loro per superare il confine dovette pagare ingenti somme di denaro, spesso i risparmi di una vita, a dei "protettori" sorta di bande mafiose locali che gestiscono la fase del superamento del confine trasformandolo in un vero e proprio business.
Dei 390 lavoratori arrestati quel giorno in Iowa, 290 provenivano dal Guatemala, 93 dal Messico, tre da Israele e 4 dall'Ucraina. Tutti lavoravano per conto della Agriprocessors Inc., la più grande industria di imballaggio di carne kosher.
Il raid dell'arresto è avvenuto di mattina,  messo in atto dagli agenti federali dell'ICE (Immigration and Customs Enforcement), un corpo speciale federale che si occupa oltre che del controllo delle frontiere anche del perseguimento dei reati legati alla clandestinità.
Per il numero di persone arrestate, stando a quanto affermato all'epoca da Tim Counts un portavoce dell'ICE [fonte:Henry C.Jackson, The Associated Press], si trattò dell'operazione "più grande di questo genere mai effettuata negli Stati Uniti".
Questi arresti seguirono altre numerose analoghe operazioni, tutte compiute nei mesi precedenti, contro centinaia di immigrati.
Un raid simile fu compiuto anche l'anno prima, quando gli arrestati furono 361, molti dei quali furono successivamente "espulsi e separati dalle loro famiglie" [fonte:'The Des Moines Register', 13 maggio 2008].
I responsabili dell'ICE precisarono che gli arresti erano di tipo "amministrativo": come se l'essere imprigionati per quei lavoratori potesse assumere un significato diverso, meno grave e "meno importante".
Quel lunedì mattina, dall'esterno della fabbrica, qualcuno provò col megafono ad avvisare i lavoratori che stavano entrando che gli agenti dell'ICE erano lì ad aspettarli. "Molti nella fabbrica hanno provato a nascondersi. Alcuni hanno provato a scappare" ma il raid era ormai iniziato. I lavoratori provarono a cercare rifugio nella vicina chiesa cattolica di Postville, a St.Bridget nella quale dopo gli arresti alcune famiglie si rifugeranno con i rispettivi bambini. Nella fabbrica, gli agenti dell'ICE, armi in mano, urlavano di uscire fuori dai nascondigli. Mentre perquisivano, ordinavano di togliersi di dosso qualsiasi indumento pesante, e infine ammenettavano gli operai. [fonte: 'The Des Moines Register, 13 maggio 2008].
L'Agriprocessors venne informata dall'Amministrazione sulla Sicurezza Sociale di discrepanze amministrative per ogni tassa annuale dal 2000 al 2005 riguardanti la posizione contributiva dei suoi dipendenti.
Giudici e avvocati affermavano che la Agriprocessors non poteva non sapere che alle sue dipendenze c'erano immigrati clandestini.
Un'indagine del Dipartimento dei trasporti arrivò a scoprire che un supervisore dell'Agriprocessors costringeva i lavoratori a comprare macchine da lui registrando successivamente le macchine sotto falsa identità.
Il Dipartimento del lavoro individuò seri problemi legati alla sicurezza sul posto di lavoro in fabbrica. 
Le multe inflitte all' Agriprocessors si aggirarono intorno ai 182.000 $, ridotte poi a 42.750 $ dopo che la compagnia concordò di voler correggere parte delle violazioni (che riguardavano depositi dei materiali inadatti, trattamento a mano di composti chimici nocivi, inadeguato addestramento nell'uso delle mascherine respiratorie).
A tutto ciò  si aggiunsero le notifiche dell''Amministrazione della sicurezza professionale' che mostrò documentazioni di incidenti avvenuti in fabbrica tra i quali 5 amputazioni, una dozzina di casi di fratture ossee, ferite agli occhi e perdita di udito tra il 2001 e il 2006. L'aspetto sorpredente fu quello che a far luce su questo sistema di sfruttamento furono organizzazioni e apparati istituzionali: come se anche per la legge dei padroni quanto avveniva a Postville andava troppo oltre lo sfruttamento "consentito".
Degli arrestati, 297 si dichiararono "colpevoli" e vennero condannati. La colpevolezza riguardava l'aver fatto uso di documenti falsificati. Circa 60 lavoratori vennero rilasciati per ragioni umanitarie, mentre altri 20 furono espulsi.[fonte cbs5.com]
I lavoratori immigrati che lavoravano in Iowa hanno molto in comune con gli immigrati che sbarcano sulle coste italiane. Mentre i padroni della Agriprocessors hanno dal canto loro molto in comune con il padronato europeo che come il suo omologo a stelle e strisce, sfrutta la manodopera immigrata cercando di metterla in contrapposizione con quella locale. E'una storia che si ripete: la ricerca di un posto di lavoro, il desiderio di riuscire a dare ai propri figli un futuro più sicuro, la fuga dalla povertà sono tra i motivi che spingono decine di migliaia di persone ad oltrepassare un confine infame.
Una volta giunti a destinazione, le condizioni di lavoro sono le peggiori: sottopagati rispetto ai lavoratori residenti, meno tutele sanitarie, discriminazioni continue, più precarietà, più sfruttamento.
Medesimo è il comportamento dello Stato che adotta l'ipocrita atteggiamento di creare leggi sull'immigrazione che relegano l'immigrato in una posizione che è essa stessa precondizione del suo sfruttamento.
C'è un altro aspetto che accomuna, la repressione e le condizioni dei lavoratori immigrati: come in Italia, anche in America la questione immigrazione è un potente bacino di voti nella campagna elettorale anche se negli Usa questo "ruolo" è attivo perchè le minoranze etniche costituiscono un effettivo bacino di voti, mentre in Italia il "ruolo" è passivo perchè i partiti strumentalizzano il fenomeno immigratorio in funzione del loro tornaconto politico.
Tornando a Postville, quell'anno a seguito degli arresti, ci furono molte manifestazioni di solidarietà in tutto il Paese, rafforzando i movimenti contro la repressione dei lavoratori clandestini. La repressione delle famiglie operaie di Postville è stata una repressione contro tutta la nostra classe. Ce la ricorderemo, nella battaglia finale contro il mostro-capitale. No nation, one class, one struggle.

Combat Genova


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