15.2.12

Panama tra rivolte e repressione

Le proteste scoppiate a Panama lo scorso 5 febbraio contro il rifiuto del governo a qualsiasi tipo di negoziazione per la decennale questione delle distribuzione delle terre, sono costate care alla popolazione della regione, in prevalenza indigena dell'etnia Ngobe Buglé. La rivolta è iniziata a seguito dell'approvazione della "Ley de Minería" una legge che ha consegnato intere parti della riserva Ngobe Buglé a compagnie di estrazione di minerali; la popolazione era già esasperata dalla politica del governo di forte sfruttamento delle risorse idriche a causa della costruzione di centrali idroelettriche.

Due morti, circa 50 feriti e più di 40 arresti. La repressione si è intensificata quando il traffico della Carretera Interamericana, un nodo viario vitale per merci e turismo, è stato interrotto in più punti dai picchetti e dai blocchi organizzati dai leader indigeni .In particolare, a scatenare la protesta è stata la mancata applicazione di una legge che tutela le fonti naturali e minerali all'interno della riserva Ngobe Buglé.

Il governo ha attuato un vero e proprio piano di militarizzazione dell'intera zona e la repressione è stata brutale. Gli agenti hanno sparato su donne e bambini, sono stati praticati arresti sommari, persone di qualsiasi età e sesso ritenute vicine al movimento di protesta venivano prelevate dalle loro case, ogni persona di etnia indigena è stata messa in stato di fermo.

Le comunicazioni telefoniche sono state bloccate. Infine, quando nella capitale un corteo si stava dirigendo verso il palazzo del Congresso, il capo del governo Riccardo Martinelli ha inviato interi plotoni di polizia a difendere i suoi supermercati.

Il 7 febbraio si sono svolte proteste in tutta Panama e davanti alle ambasciate panamensi in tutto il Centro-America. I rappresentanti delle comunità indigene dei Ngobe Buglé hanno chiesto al governo il ritiro della polizia dalle zone più "calde", la cessazione della repressione, le cure mediche per i feriti e la liberazione immediata dei detenuti.

Ad oggi, a seguito di un accordo tra il governo e le organizzazioni indigene la repressione è cessata.

C/O Tensione - Genova



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