1.8.14

Fuori i massacratori israeliani da Gaza e dalla Cisgiordania

Fuori i massacratori israeliani da Gaza e dalla Cisgiordania

Fronte proletario europeo e mediterraneo contro nazionalismo, imperialismo e guerra.


L’8 luglio 2014 Israele - prendendo a pretesto il rapimento di tre giovani coloni insediati vicino a Hebron, di cui aveva incolpato Hamas - ha scatenato il fuoco assassino di aviazione, marina ed esercito contro la popolazione palestinese rinchiusa nella Striscia di Gaza, vera e propria prigione a cielo aperto per 1.800.000 persone, amministrata dal 2007 da Hamas, il movimento nazionalista islamico concorrente dell’OLP, che invece amministra le città palestinesi della Cisgiordania, collaborando con gli occupanti israeliani.
Il governo Netanyahu ha battezzato Margine di Difesa l’operazione in corso, che in meno di 20 giorni ha già fatto più di 800 morti e 5000 feriti e raso al suolo interi quartieri, malgrado l’accanita resistenza dei miliziani palestinesi.

Ricordiamo che dal 2002 ad oggi si tratta della quinta aggressione militare prolungata contro il popolo palestinese: nel marzo-aprile 2002 c’era stato il Muro di Difesa in Cisgiordania e a Gaza; nel giugno 2006, Pioggia d’Estate, a Gaza, contemporaneamente all’aggressione al Libano; tra dicembre 2008 e gennaio 2009, Piombo Fuso, e nel novembre 2012, Pilastro di Difesa, sempre contro Gaza.

A parte le innumerevoli spedizioni punitive dall’aria e da terra effettuate in questi anni contro qualsiasi reazione palestinese, queste grandi operazioni di terrore hanno costituito cinque momenti della guerra permanente condotta dagli occupanti israeliani contro tutto il popolo palestinese: una guerra che ha fatto più di 10.000 morti e decine di migliaia di feriti; che ha distrutto migliaia di case e interi quartieri; che ha aggiunto miseria alla miseria in cui è costretta a vivere la gran massa del popolo palestinese, da quasi 50 anni sotto occupazione.
Lo scopo strategico di questa guerra senza fine è quello di togliere sempre più territori alla popolazione palestinese, per insediarvi colonie e città israeliane, come è avvenuto e sta avvenendo implacabilmente; di preparare le condizioni per l’ulteriore espulsione dei palestinesi dalla loro terra, rendendone impossibile la vita e la sopravvivenza economica; di umiliarli e terrorizzarli, servendosi della collaborazione della cosiddetta Autorità Palestinese, diretta da Abu Mazen e dall’OLP, e castrando i movimenti nazionalisti islamici, quali Hamas e Jihad.
Il governo israeliano ha ritenuto di lanciare ora la sua ultima operazione di terrore antipalestinese, per motivi interni e internazionali.
Sul piano interno, il governo Netanyahu, che rappresenta gli interessi del feroce blocco finanziario-industriale-militare che domina questo piccolo Stato imperialistico in cui aumenta senza cessa la povertà, ha interesse a mettere la sordina ai conflitti sociali, con il richiamo al più becero nazionalismo sionista e razzismo anti-arabo.

Sul piano internazionale, esso vuole profittare dell’aggravamento della situazione sociale e politica in tutto il Medio Oriente, in un momento in cui ogni Stato arabo deve far fronte allo sviluppo di lotte sociali e guerre civili e si disintegrano le strutture dello Stato siriano, iracheno, libanese, per i conflitti interni e sotto la pressione delle potenze locali e di quelle imperialiste.
In questo quadro regionale, Israele non vuole colpire solamente il popolo palestinese, ma dimostrare di poter raggiungere ovunque allo stesso modo chiunque ostacoli i suoi interessi. Va poi detto che il popolo palestinese è sempre più isolato, se non apertamente attaccato dalle marce borghesie e cricche dominanti arabe, che sono di fatto o ufficialmente schierate con i massacratori israeliani. Infatti, non
bisogna mai dimenticare che il popolo palestinese non è costretto a combattere solamente contro il colonialismo israeliano, ma si è sempre dovuto guardare dalle cricche dominanti arabe, che lo hanno utilizzato come carne da macello per i loro interessi interni e internazionali.
Quale prospettiva può avere la lotta del popolo palestinese contro i massacratori israeliani?
Nel quadro nazionalistico non c’è sbocco: non solo per il fallimento del nazionalismo arabo dell’OLP, ormai morto dopo essere approdato al collaborazionismo con l’occupante israeliano, ma anche per la natura reazionaria del nazionalismo islamico di Hamas e Jihad, che rappresenta gli interessi proprietari, commerciali e di rendita, apertamente antiproletari, delle varie cricche borghesi palestinesi, a loro volta dipendenti da Stati arabi e cosche petrolifere, da sempre alleate delle potenze imperialiste.

In Palestina/Israele e nel Medio Oriente, da anni sconvolto dai conflitti sociali, dalle guerre civili, dalle guerre tra Stati locali e dalle guerre imperialistiche, l’unico sbocco per le masse lavoratrici e per i giovani radicali e combattenti è quello di superare il nazionalismo e il fondamentalismo religioso, per armarsi della prospettiva proletaria; di organizzarsi nel partito comunista per attaccare l’oppressione e lo sfruttamento sotto qualsiasi forma si presentino, battendosi contro i capitalisti e finanzieri israeliani ammantati di sionismo ed ebraismo, e contro i padroni, proprietari e rentiers arabi
ammantati di islamismo.

In particolare i lavoratori, i giovani e le giovani palestinesi israeliani e di tutti i paesi arabi devono battersi per costituire una Federazione socialista arabo-israeliana fondata sul potere dei lavoratori, in cui – finalmente – il popolo palestinese non sarà oggetto di oppressione e massacro ed il proletariato palestinese potrà uscire dalla sua condizione di sfruttamento.
Qui in Italia, prima potenza imperialista del Mediterraneo, con il suo corpo di spedizione da anni stabilito in Libano e basi militari nazionali e americane proiettate per il controllo e l’aggressione su tutto il Medio Oriente, nostro compito è quello di combattere l’imperialismo di casa nostra, di denunciare ed attaccare i suoi programmi di dominio economico ed i suoi piani di ulteriori interventi militari a Gaza e in Cisgiordania, sviluppando il fronte unitario dei proletari europei e mediterranei e la guerra sociale contro la guerra statale.


Milano, 25 luglio 2014
L’Esecutivo della Sezione di Milano
fonte: Rivoluzione Comunista

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