15.2.14

Perù - Mobilitazione nazionale contro gli aumenti degli stipendi dei ministri

 
Giovedì scorso, una manifestazione di più di 2000 persone ha attraversato il centro della capitale, Lima per protestare contro i recenti provvedimenti del governo miranti ad aumentare gli stipendi dei parlamentari.

Il governo ha emanato un decreto che sancisce un aumento dello stipendio di un ministro che passa da 15.600 Nuovo Sol a 30.000. Ciò equivale a 40 salari minimi, e rappresenta il più grande divario salariale nel Sud America tra classe politica e salariati.
Ma con 10.368 dollari i ministri peruviani non sono i meglio pagati nell'America Latina: i ministri cileni ne guadagnano 14.341 mentre i brasiliani 11.222.
In Perù, di fronte ad una situazione di crisi e insicurezza sociale che attraversa tutto il Paese, con milioni di disoccupati e persone prive dei mezzi basilari di sostentamento, con un 10% della popolazione che soffre di malnutrizione, il governo ha pensato bene di aumentare le indennità della sua classe dirigente. Le maggiori organizzazioni sindacali tra cui la CGTP hanno promosso le mobilitazioni di protesta fin da subito coivolgendo la popolazione, in quella che sta diventando una protesta di massa riunita sotto il movimento che ha anche un hashtag su Twitter, "# Tomalacalle" promosso dal Colectivo Dignitad.
Tra le accuse contro il governo, è da rilevare quella contro le misure portate avanti dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che consistono nel taglio dei bonus remunerativi (3.500) concesse ai medici, discriminando i medici che lavorano nelle aree remote del paese finora rimasti esclusi da tali rimborsi.
Ad Arequipa sugli striscioni dei manifestanti c'era scritto che un insegnate col suo salario deve lavorare tre anni per arrivare allo stipendio di un mese di un ministro. Un altro striscione recitava: "Congresso nido di
topi".
Da un capo all'altro del globo l'arroganza e l'ipocrisia della borghesia non conosce limiti nè vergogna.

CG

Nessun commento:

Posta un commento