22.7.13

Rivoluzionari/e: Claudia Jones

Erano passati pochi mesi dai fatti di Notting Hill, la rivolta razziale contro la popolazione nera avvenuta nel 1958 a ovest di Londra. La piccola comunità immigrata caraibica che viveva nel quartiere di Kensington si stava appena riprendendo dagli attacchi razzisti e fascisti dell'estate passata, quando un gruppo di razzisti accoltella a morte Kelso Cochrane, ragazzo di origine caraibica. Nessuno verrà processato. Gli immigrati provenienti dalle diverse isole dei Caraibi iniziano ad organizzarsi contro gli attacchi fascisti e una polizia a loro ostile. Al centro di questa lotta c'è la comunista Claudia Jones.
Nata a Trinidad, quando essa era ancora una colonia britannica, all'età di 9 anni, la sua famiglia si trasferì ad Harlem, New York, dove vivevano in condizioni di estrema povertà. Quando Claudia compie 12 anni sua madre, un operaia, morì di sfinimento e di povertà. "Non riuscivo a frequentare i corsi scolastici perché non avevo un vestito. La nostra famiglia era così povera. Ho pianto per giorni".
Lavorò come commessa e come operaia. Si accorse che le misure del governo contro i neri avevano colpito anche i bianchi poveri; ciò la spinse all'età di 18 anni, ad aderire al Partito comunista americano. Era il 1936. Dal 1941 divenne il coordinatore nazionale della Lega dei Giovani Comunisti e dedicò tutto il suo tempo al lavoro e alla militanza politica.
Dopo la seconda guerra mondiale iniziò il cosidetto fenomeno del 'maccartismo': il governo degli Stati Uniti perseguitava, incarcerava, deportatava molti neri e comunisti colpevoli di attività 'anti-americane'. Claudia fu imprigionata quattro volte dal governo americano.
In carcere dichiarò:"Se noi neghiamo tutti i diritti e incarceriamo in campi di concentramento, i prossimi saranno i sindacalisti, poi toccherà ai neri, agli ebrei, a tutti i nati all'estero, e tutti coloro che amano la pace e la libertà si troveranno ad affrontare la bestialità e il tormento del fascismo. Il nostro destino è il destino della democrazia americana. La nostra lotta è la lotta di tutti gli avversari della barbarie fascista, di tutti coloro che aborrono la guerra e desiderano la pace. "
Nonostante le campagne e le proteste per la sua liberazione, venne deportata nel 1955.
Nell'inverno del 1955 Claudia arriva a Londra. Qui la discriminazione razziale è ancora perfettamente legale. Una città dove i proprietari possono mettere alle finestre delle case cartelli con scritto sopra: "Niente neri, niente cani, niente irlandesi"- costringendo i neri che arrivavano risiedere in quartieri poveri come Notting Hill.
Claudia inizia da subito a lottare per i diritti dei neri e contro le discriminazioni.
Fonda, sopra il negozio di un barbiere a Brixton, uno dei primi quotidiani "neri", la 'West Indian Gazette'. Tutti i migliori scrittori caraibici del tempo scrissero per la Gazzetta, figure come quella di Paul Robeson caro amico di Claudia, passarono per il giornale.  
Claudia, nonostante il peggioramento della sua salute, si impegna in tutte le campagne in corso in quegli anni: contro la legge sull'immigrazione 1962 che rese più difficile per i neri del Commonwealth entrare in Gran Bretagna, per la liberazione di Nelson Mandela, lottando continuamente contro il razzismo nei luoghi di lavoro e nelle sezioni sindacali.
Il 25 dicembre del 1964 venne trovata morta nel suo appartamento - stroncata da un attacco cardiaco. Una vita di stenti e sofferenze minarono la sua salute fino ad ucciderla all'età di soli 48 anni.
Claudia Jones è stata sepolta accanto alla tomba di Karl Marx nel cimitero di Highgate, a nord di Londra.

                                                  I funerali di Claudia Jones

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