Ad Istanbul continuano le assemblee pubbliche (chiamati forum)
molto partecipate in una ventina di parchi della metropoli ed in molte
altre citta' del paese, per molti le prime esperienze di incontro e
dibattito politico senza mediazione, ma lo stesso vale anche per la
presenza in piazza.
Sabato migliaia
di persone hanno di nuovo riempito la piazza Taksim per onorare i morti
della rivolta portandone garofoni. Dopo qualche ora la polizia ha
cominciato a fare pressioni per svuotare la piazza usando alla fine gli
famigerati Toma (i cannoni ad acqua). I manifestanti non hanno accettato
questa mossa irrispettuosa da parte della polizia e sono rimasti a
resistere nella zona attorno Taksim, Beyoğlu in cui si sono
incontrati con le maschere da antigas, occhialini e caschi – le
caratteristiche della figura protagonista della rivolta: il Çapulcu
(it: Ciapulgiu), parola usata per i curdi ribelli negli anni '80 e poi
ripresa da Erdogan per nominare i rivoltosi della metropoli, viene ora
riappropriato come titolo di orgoglio da tutti i soggetti in lotta. Le
sere a Beyoğlu, vedere i Çapulcu per strada, nei bar e
nei locali e' ormai la normalita'. Sabato sera hanno cercato di
riorganizzare cortei e la strada principale İstiklal diventa
per l'ennesima volta luogo di battaglia del territorio in cui si riesce
pure a costruire barricate, non più viste da una settimana. Anche se la
polizia ha caricato fortemente con gas, aqua, bombe assordanti e
proiettili di plastica per disperdere i manifestanti, lo spirito è stato
ben alto durante la sera e la notte. Come lo slogan prometteva,
continua la resistenza ad Istanbul e in altre citta' del paese. A Smirne
(Izmir) e' partito un corteo dal quartiere sul mare Alsancak per
onorare i morti della resistenza ed nella zona Dikmen ad Ankara sono
stati scontri e si parla di 22 arresti nella capitale.
La Domenica e' partito il quarto
Trans-Pride da Taksim, una settimana prima del Pride ufficiale il 30
giugno, molto partecipato e composto dai Çapulcu LGBT i quali
solo la esistenza e' non compatibile con le politiche di Erdogan. I
slogan del movimento si trovano anche qui (qualcuno modificato per la
giornata come ”spalla a gamba contro il fascismo” facendo riferimento
all'atto d'amore) e İstiklal diventa cosi anche questo giorno zona
riappropriata del movimento e le forme di vite in lotta. Lo stesso vale
anche per la piazza Kadiköy della parte Asiatica della citta' dove si
sono ritrovati migliaia di Aleviti per ricordare il massacro di Sivas
venti anni fa quando furono uccisi 37 intelletuali e artisti nel'albergo
Madımak da una folla di Salafisti davanti agli occhi della
polizia. La forma di vita degli aleviti non e' mai stato compatibile con
l'islam dello stato e dei fascisti ed a loro sono aggiunte accompagnati
da applausi gli ultras di Çarşı di Beşiktaş, protagonisti della
rivolta, e gli operai del settore di aviazione in sciopero del sindacato
Hava-İş.
Istanbul citta' ribelle non e' ferma ma convinta che questo e' solo l'inizio.
Istanbul citta' ribelle non e' ferma ma convinta che questo e' solo l'inizio.
Taksim e' ovunque, larivolta e' ovunque. Si continua a Ciapullare, nei forum e nelle piazze.
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Un corrispondenza col compagno che ci ha mandato questo scritto
fonte: Infoaut.org
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