Alcuni individui si sono
impadroniti con l’astuzia o la violenza della terra comune e,
dichiarandosi possessori, hanno stabilito per legge che questa
sarebbe stata per sempre loro proprietà, e che tale diritto di
proprietà sarebbe divenuto la base della costituzione sociale, cioè
che avrebbe dominato e, in caso di bisogno, avrebbe potuto assorbire
tutti i diritti umani, anche quello di vivere, se per disgrazia fosse
venuto in conflitto con il privilegio della minoranza.
Questo diritto di proprietà si è esteso, per deduzione logica, dal suolo ad altri strumenti, prodotti accumulati del lavoro, indicati col nome generico di capitali. Ora, poiché, i capitali, sterili in se stessi, fruttano solo con la manodopera, e poiché, d’altro lato, sono necessariamente la materia prima lavorata dalle forze sociali, la maggioranza, esclusa dal possesso, è condannata ai lavori forzati a profitto della minoranza possidente. Gli strumenti e i frutti del lavoro non appartengono ai lavoratori, ma agli oziosi. I rami golosi assorbono la linfa vitale dell’albero a scapito dei ramoscelli fertili. I calabroni divorano il miele creato dalle api.
Questo diritto di proprietà si è esteso, per deduzione logica, dal suolo ad altri strumenti, prodotti accumulati del lavoro, indicati col nome generico di capitali. Ora, poiché, i capitali, sterili in se stessi, fruttano solo con la manodopera, e poiché, d’altro lato, sono necessariamente la materia prima lavorata dalle forze sociali, la maggioranza, esclusa dal possesso, è condannata ai lavori forzati a profitto della minoranza possidente. Gli strumenti e i frutti del lavoro non appartengono ai lavoratori, ma agli oziosi. I rami golosi assorbono la linfa vitale dell’albero a scapito dei ramoscelli fertili. I calabroni divorano il miele creato dalle api.
Louis-Auguste Blanqui, 1834
Nessun commento:
Posta un commento