4.6.12

Sulle lotte in Quebec

La mobilitazione degli studenti in Quebec continua oramai da tre mesi. La protesta è iniziata dopo l'annuncio del governo riguardo l'imminente aumento delle tasse universitarie. Dal 1989 in Canada le tasse di iscrizione sono aumentate del 300 per cento. Lo sciopero generale a oltranza, organizzato da una coalizione di associazioni studentesche è iniziato il 13 febbraio e ha coinvolto più di 190.000 studenti in tutta la regione.
Il governo del Partito Liberale del Quebec, sostenuto dalle organizzazioni padronali e dalla polizia provinciale, ha fatto del suo meglio per sconfiggere ogni inziativa organizzata dal movimento di protesta. Gli studenti, le loro associazioni e i loro collettivi si sono scontrati ripetutamente con le forze dell'ordine, queste  hanno più volte sparato proiettili di gomma e compiuto arresti di massa.
Scioperi e lotte analoghe a quelle di questi mesi si erano già verificati nel 1996 e nel 2005: allora la lotta aveva rallentato il caro istruzione e difatti non è un caso che le tasse universitarie nel resto del Canada siano più del doppio di quelle  in Quebec .
La situazione economica e sociale del Canada potrebbe sembrare lontana dai regimi di austerità e dalle misure da lacrime e sangue portate avanti dai governi europei . Ma come anche in Inghilterra lo scorso anno gli studenti vedono nei tagli e nell'aumento del costo dell'istruzione solo l'inizio di un attacco più generale a tutto il mondo del lavoro. Il movimento vede nella riforma dell'istruzione un possibile tentativo del governo per ammorbidire l'opposizione in vista di riforme del lavoro e del sistema pensionistico. Dalla Grecia al Cile, le riforme dell'istruzione sono stati l'anticipo dell'assalto globale al salario, alla scuola e alle pensioni.
Il 26 marzo nella città di Quebec molti sindacati hanno aderito alla manifestazione organizzata dalle associazioni studentesche. Finora l'ultima concessione strappata al governo è stato il congelamento sugli aumenti delle tasse per un periodo di sei mesi.
La 'concessione' in realtà  dimostra semplicemente che il governo non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro sulla riforma dell'istruzione.
'Classe', la federazione degli studenti più numerosa (rappresenta circa 100.000 studenti in 57 diverse organizzazioni), ha lanciato un appello per uno sciopero generale. Guardando ancora all'esperienza delle lotte studentesche qui da noi come anche in Spagna, Francia e Inghilterra associazioni di questo tipo non possono che costituire un freno alla rabbia sociale espressa dai movimenti cercando di incalanarla in gabbie istituzionali: la lotta si esaurisce a colpi di controriforme e controproposte da trattare coi governi di turno.
In Quebec come altrove i governanti non hanno paura di sindacati o partiti (compreso dirigenti sindacali vecchi o giovani) li hanno sempre "affrontati" per decenni e hanno sempre vinto. Quello che temono è la rabbia dei giovani che non hanno lavoro, alle prese con un futuro incerto e e perciò poco inclini a rispettare anche tutti i doveri della società.
Lo sciopero degli studenti è una fonte di politicizzazione e  di sviluppo di canali di rabbia sociale non solo contro il governo ma anche contro il sistema economico. Anche se il movimento (al solito molto eterogeneo) da solo non possiede la forza per colpire i padroni dove fa più male, ossia intaccando il loro profitto. Pensiamo che possibili "conquiste" sono possibili solo se il movimento riuscirà a dare una risposta di classe ai piani di tagli e riforme.

C/O Tensione - Genova

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