13.4.12

Smash capitalism! save the planet

"Sovraccarico tossico globale"  è un'espressione recente usata per descrivere a cosa sta andando incontro l'ambiente. Potremmo essere arrivati a questo punto? Forse.
 Ma il mondo non sta producendo i suoi gas velenosi e rifiuti tossici allo stesso modo e nella stessa quantità. La maggior parte dei gas a effetto serra sono prodotti dai Paesi industriali più ricchi. I Paesi che si stanno rapidamente industrializzando, in particolare la Cina, stanno facendo del loro meglio per competere alla pari con i "veterani" del settore. Oggi cinque tra le dieci città del mondo più inquinate sono in Cina.  Il 60%-90% delle pioggie nella provincia meridionale del Guangdong è costituito da piogge acide.
Ma per adesso, la maggior parte delle industrie inquinanti che operano in tutto il mondo sono di proprietà di compagnie petrolifere, case automobilistiche e industrie petrolchimiche che hanno sede in Occidente.
Proprio i governi occidentali sono notoriamente quelli più avversi ad intraprendere azioni significative per la difesa ambientale, sempre pronti a biasimare per la scarsa attenzione all'ambiente dei cosiddetti "paesi in via di sviluppo".  Ma anche all'interno degli stesst "paesi in via di sviluppo", è il ricco e potente che causa i danni maggiori.

Immagini satellitari del Brasile hanno rivelato che mentre il 20% della deforestazione è causata dal disboscamento, il 55% è il risultato del tagliare e bruciare ai fini di un agricoltura che produca profitti nel minor tempo possibile. La maggior parte di questo settore manco a dirlo, è nelle mani di potenti e ricchi proprietari terrieri.

Dalla fine dell'estate scorsa in Perù nella regione di Cajamarca, la popolazione locale è in lotta contro la costruzione del più grande progetto minerario aureo andino, il cosiddetto progetto 'Conga'. Questo progetto è di proprietà del gigante statunitense Newmont (che ha previsto un investimento di 4.800 milioni di dollari) e rappresenta una minaccia per l'ambiente perché prevede la compromissione delle fonti d'acqua della regione: due laghi naturali dovrebbero essere prosciugati mentre al loro posto verrebbero installati bacini artificiali. Agli scioperi che hanno visto la partecipazione pressoché totale degli abitanti di tutta la regione,  il governo ha risposto con la sola repressione. (La lotta è stata talmente estesa da mettere in difficoltà lo stesso governo che a parole fino ad allora si era sempre presentato a fianco delle classi più disagiate). E' di questi giorni la notizia che il governo ha avviato la militarizzazione dell'intera regione per "proteggere" i cantieri dei lavori. Vi ricorda qualcosa?

In Cile, la compagnia Endesa Cile S.A. ha avviato il progetto di costruzione di 5 centrali idroelettriche lungo i fiumi Baker e Pascua, siti nella Regione di Aysèn nella Patagonia cilena, per produrre elettricità che verrebbe convogliata per 2.300 km fino alla capitale Santiago. Per far sorgere queste nuove centrali, parte del Parco Nazionale Laguna San Rafael sarà invaso dalle acque e andranno distrutti oltre 2mila ettari di foresta vergine. L’impatto ambientale sarà devastante e i costi esorbitanti. I costruttori parlano di 3,5 miliardi di dollari, ma che raggiungeranno il doppio se si mettono in cantiere gli oltre 2,5mila chilometri di elettrodotto da costruire in una zona fortemente sismica, vulcanica a rischio valanghe. Contro il progetto sono insorte le comunità residenti e le organizzazioni ambientaliste, contrarie alla costruzione delle centrali che comporterebbe l'inondazione di terreni e lo sfollamento della popolazione di interi paesi. La compagnia Endesa lo ricordiamo, è stata acquisita dall' Enel nel 2009.

Le industrie che causano più danni all'ambiente gestiscono  grandi business, che a loro volta sono protetti dai loro governi. Le industrie più ostili a qualsiasi norma ambientale, come quelle legate alla  petrolchimica, investono enormi risorse per contrastare le campagne degli ambientalisti sulla crisi ambientale. Sempre loro bloccano lo sviluppo di fonti energetiche alternative, che vedono come concorrenza, facendo pressione sui loro governi per mettere nel cassetto le questioni ambientali.

Ovviamente la disuguaglianza prodotta dal capitalismo non è solo tra "Nord" e "Sud" del mondo. Le persone più ricche del "Sud" hanno molto più in comune con i ricchi del "Nord" che con la loro gente.
Non è un caso che  in America Latina, in Africa e in Asia le disuguaglianze all'interno dei Paesi sono molto più nette. Le classi dirigenti di questi Paesi sono spesso pronte a dare la colpa all"imperialismo" per i loro problemi ambientali. Chiunque sia il vero colpevole, sono responsabili alla stessa maniera di quelli che accusano. In molti di questi Stati dove le leggi ambientali esistono, non vengono applicate, perché l'influenza di entrambi i capitalisti, sia stranieri che locali, è troppo grande per essere messa in discussione.

Lo scorso anno in Messico il governo di Felipe Calderón ha dato il via libera alla privatizzazione del petrolio ossia ha liberalizzato i contratti per la ricerca e l'estrazione del petrolio (prima era un'esclusiva di Pemex gigante petrolifero messicano). Una delle aziende che beneficiano del nuovo quadro giuridico è la britannica Petrofac, che ha acquisito nuove commesse per le aree di Sanctuary e Magellan. Quanto peseranno nei piani di investimento le misure di salvaguardia ambientale?
Ciò che viene destinato alle misure che dovrebbero difendere l'ambiente è una frazione ridicola rispetto alla spesa militare mondiale. Nel capitalismo nessuna riforma e nessuna legge che si dicono a difesa dell'ambiente verrà mai anteposta alla legge del profitto.
Il capitalismo sta distruggendo il mondo. Smash capitalism. Salviamo il pianeta.

C/O Tensione - Genova

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