Sono passati 20 anni dalle giornate in cui tutta la città di Los Angeles fu travolta dalla rivolta esplosa a seguito del pestaggio, avvenuto un anno prima, da parte di poliziotti bianchi di Rodney King, tassista nero. Il 29 aprile del 1992 arrivò infatti la sentenza del tribunale che assolveva i quattro poliziotti autori del pestaggio.
Sono tante le date da commemorare che il calendario giornalistico e i professionisti della politica organizzano puntualmente ad ogni scadenza istituzionale. Sono sempre pronti a celebrare ricorrenze, quando queste poi si possono prestare a divenire strumento delle loro lotte politiche allora il gioco è fatto.
Ma quando nella storia recente si sviluppano episodi ed eventi che poco edificano le nostre società ma che anzi ne mettono a nudo tutte le contraddizioni, le ingiustizie profonde (non quelle del diritto violato), ecco allora tutto quel coro di benpensanti e cultori di ricorrenze tacere e scomparire: da questi fatti non c'è da ricavarne nulla, meglio lasciarli dove stanno, meno se ne parla meglio è.
La mattina del 29 aprile del 1992, a Los Angeles iniziano i riots più violenti verificatisi da 50 anni a questa parte in Occidente. Fin dall'inizio la rivolta ha avuto come protagonista assoluta la comunità nera, una generazione intera di ragazzi che immedesimò se stessa come vittima di quel pestaggio e che scatenò la sua rabbia e il suo odio in primo luogo contro i simboli di quel potere che legiferava in base al colore della pelle, poi contro chi lo difendeva.
Nei primi sei giorni della rivolta si contarono: 2.382 feriti, 8.000 arresti, 51 morti e oltre 700 negozi dati alle fiamme. Vennero bruciati più di 5500 edifici. Nelle strade si sparava contro i poliziotti e i media, 17 edifici governativi vennero dati alle fiamme mentre il 'Los Angeles Times' venne attaccato e saccheggiato. Lo Stato democratico più forte del mondo per porre fine a quanto stava accadendo a Los Angeles inviò l'esercito (furono mobilitati ben 3500 soldati della Guardia Nazionale) nel terrore che i riots potessero estendersi ad altre città. Nonostante ciò, disordini scoppiarono ugualmente in una dozzina di città. A San Francisco, vennero saccheggiati più di un centinaio di negozi e attaccate le zone ricche; le finestre di uno dei più grandi hotel di lusso furono distrutte da ragazzi che cantavano: "the rich must die" (fonte: Libcom.org).
Fu una rivolta che fece parlare per anni centinaia di sociologi ed esperti che si affanavano nel cercare di spiegare i motivi e le cause di quella rivolta. Rivolta disegnata dai media come "senza controllo" e portata avanti da una violenza "cieca e gratuita", ma che in realtà vedeva i crimini contro le persone (stupri e sparatorie) quasi azzerati e allo stesso tempo per la prima volta riunite tutte le diverse etnie in una violenza collettiva di massa (ibidem).
Alla più grande rivolta corrispose anche il più grande arresto di massa nella storia degli States: 11.000 arresti (5.000 neri, 5.500 ispanici e 600 bianchi).
Per noi le cause dei riots di L.A. sono nelle fondamenta di questo sistema di cui il razzismo è uno dei prodotti più infami. Da quell'anno le cose non sono tanto cambiate. Questo lo sa bene la popolazione di New Orleans (per la maggiorparte nera) che è stata la vittima principale della devastazione causata dall'uragano Katrina nel 2005, a causa delle infrastrutture fatiscenti e del disinteresse delle amministrazioni locali.
Oggi sul piano razziale i neri negli USA hanno certamente acquisito l'uguaglianza formale con i bianchi (vedi Obama), ma nella realtà i neri ospiti delle galere sono ancora percentualmente molto più numerosi rispetto ai bianchi.
Oggi sul piano razziale i neri negli USA hanno certamente acquisito l'uguaglianza formale con i bianchi (vedi Obama), ma nella realtà i neri ospiti delle galere sono ancora percentualmente molto più numerosi rispetto ai bianchi.
Poiché i neri costituiscono il 12,7% della popolazione statunitense, ma sono il 43,6% dei carcerati, in ogni momento, il 18,6% dei maschi neri è sotto sorveglianza giudiziaria. Se si considerano solo i maschi neri adulti, questo porta il totale al 27,5%: in ogni momento più di un maschio nero adulto su 4 è sotto sorveglianza giudiziaria. Il che vuol dire che nel corso della sua vita un maschio nero ha più della metà di probabilità di finire in galera. (Marco D'Eramo, 'Stati Uniti a stelle e sbarre')
Razzismo, individualismo, patriottismo e nazionalismo sono quello che ci propina ancora oggi l'ideologia dominante di questo sistema.
La lezione che ci arriva da Los Angeles '92 ci indica che la strada era ed è una sola: organizzazione degli sfruttati, e chiari obbiettivi sul "dove" andare e "come" arrivarci, contro il vero avversario da abbattere e contro il quale lottare, il capitale.
La lezione che ci arriva da Los Angeles '92 ci indica che la strada era ed è una sola: organizzazione degli sfruttati, e chiari obbiettivi sul "dove" andare e "come" arrivarci, contro il vero avversario da abbattere e contro il quale lottare, il capitale.
C/O Tensione - Combat Genova
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