Quello che era iniziato come uno
sciopero nazionale nel settore agrario ha assunto forme più allargate di
protesta contro il governo colombiano che in questi lunghi giorni si
trova sempre più in difficoltà ad affrontare la situazione. Oggi è il
settimo giorno consecutivo di proteste e la rabbia della popolazione non
accenna a diminuire mentre il governo nel completo panico di
ingestibilità della situazione rafforza lo schieramento dei forze
dell'ordine in tutto il Paese.
Più di
220 persone arrestate, decine e decine di feriti, due morti, almeno 25
le province bloccate ad intermittenza da parte della popolazione, strade
completamente chiuse, mentre non si placa la rabbia di fronte
all'atteggiamento criminale e aggressivo da parte della polizia.
Da
una parte il Governo che tenta la carta del dialogo con i contadini per
placare le proteste, dall'altra migliaia di agricoltori, camionisti,
minatori, studenti, operai e più in generale la popolazione che non
intendono abbandonare le proteste fino a quando non ci saranno soluzioni
appropriate. Al centro dell'attenzione le politiche economiche
dell'amministrazione del presidente Juan Manuel Santos, gli undici
Trattati di Libero Commercio che costituiscono una vera e propria razzia
sulle terre dei contadini, ma anche l'elevato prezzo del combustibile,
la riforma tributaria, progetti minerari e energetici devastanti e una
situazione di malessere generalizzata che porta all'espansione a macchia
d'olio delle proteste a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Nella
regione di Boyacá, dove il protagonismo della popolazione è alto,
continuano ad essere bloccate le strade di accesso. A Bogotà, nella
giornata di ieri una grande marcia di agricoltori ha attraversato le
strade della città, mentre altre 4mila persone si sono diretti verso la
strada che collega la capitale con Villavicencio. In numerose altre
città continuano i blocchi ad oltranza.
Mentre
il Governo ha cercato di far fronte alla crisi con le misure e manovre
neoliberali più disparate, oggi quello che è chiaro, e lo dimostrano le
manifestazioni e le mobilitazioni di massa, è che la popolazione non
sembra essere più disposta a pagare il prezzo di una situazione
caratterizzata da forme di governo e governanti che hanno una chiara
responsabilità.
La nuova carta del
dialogo che il Governo ha deciso di giocarsi, denota la strategia messa
in atto: provare a negoziare con gli agricoltori in tavoli separati, non
tenendo in considerazione il malessere più generalizzato, per non
andare così ad intaccare quella struttura economica che garantisce il
regolare svolgimento della governabilità del Paese.
Ma
l'esecutivo di Santos non potrà ad ogni modo non tener conto
dell'impatto delle politiche economiche che da anni si stanno
implementando e che ormai stanno portando la popolazione a unire le
forze, ad organizzarsi e a prepararsi. Si attendono quindi nuove
giornate di lotta per le strade colombiane, caratterizzate da una totale
avversità nei confronti del governo di Santos e da una messa in
discussione di un modello politico e economico.
fonte: Infoaut
Nessun commento:
Posta un commento