In seguito a questi eventi i padroni della Granarolo, atteggiandosi a vittime e lamentando ingenti perdite hanno fatto appello a tutte le istituzioni per porre termine al “clima di violenza” e per impedire i blocchi della produzione. Come d’incanto il sindaco di Bologna, il miserabile Merola che mai una sola parola aveva detto sulla situazione di infame sfruttamento a cui sono sottoposti tutti i lavoratori della logistica e non solo quelli che lavorano per Granarolo, il presidente della provincia di Bologna, il prefetto, la questura, la CISL, la CGIL, le associazioni padronali tutte, comprese ovviamente le cooperative e perfino la CNA hanno preso posizione contro la violenza e l’impossibilità per la Granarolo di svolgere la sua attività d’impresa. Deputati di destra e di sinistra(tutti ugualmente al servizio dei padroni) si sono cimentati in interrogazioni parlamentari a favore della multinazionale del latte. Con una ben orchestrata messa in pratica della “neolingua” inventata più di 60 anni fa dallo scrittore inglese Orwell si è fatto credere che i violenti fossero i lavoratori e i solidali, quando, come dimostrano tutti i filmati sono stati loro a prendere botte senza reagire se non con una resistenza passiva. Si è fatto credere che la Granarolo fosse innocente rispetto ai licenziamenti mentre sapeva benissimo e profittava del vergognoso livello di sfruttamento che riservavano ai lavoratori le coop che lavorano in appalto per essa, così come lo sanno il sindaco, il Prefetto, i sindacati di stato CGIL, CISL, UIL. Il boss della Granarolo, Calzolari ha perfino dichiarato di sentirsi minacciato e per questo dover girare sotto scorta.
Tutte queste infamie nascondono solamente la verità che ormai questa vertenza sta rendendo sempre più evidente agli occhi di tanti lavoratori, pensionati e disoccupati: i padroni hanno al loro servizio completo tutte le istituzioni dello Stato: polizia, magistratura, amministrazioni locali, partiti borghesi di qualsiasi colore, stampa di qualsiasi tendenza. Vogliono impedire che nel sistema della Lega Coop, che domina sull’economia e la politica bolognese, entri un sindacato indipendente e combattivo a rompere il monopolio della CGIL, il sindacato amico del potere locale.
Qualcuno tra i nostri lettori potrà domandarsi: avete ragione, tutto quello che dite è vero ma è anche vero che i lavoratori e i loro solidali pur non avendo commesso atti di violenza, anzi averla subita, hanno pur sempre commesso degli atti illeciti, bloccare la distribuzione dei prodotti è infatti un atto illegale. Non saremo certo noi a negare questo fatto ma noi a questo lettore non possiamo che rispondere: non è illegale anche il licenziamento di lavoratori che scioperano per difendere il salario contrattuale? E perché le forze dell’ordine, l’ispettorato del lavoro non hanno impedito che si compiesse questa azione antioperaia e antisindacale? Caro lettore cosa altro dovevano fare i lavoratori licenziati? Lasciarsi morire di fame o suicidarsi per permettere ai giornalisti al servizio dei padroni di scrivere in poche righe che un altro lavoratore è morto a causa della crisi? Dovrebbero andare a rubare e finire in carcere lasciando le loro famiglie in una miseria ancora più nera? Tutto questo mentre i padroni della Granarolo continuano a fare profitti milionari e politici e funzionari sindacali continuano a vivere in modo gaudente sulle spalle di chi si spezza la schiena per poter garantire a sé e alla famiglia una stentata sopravvivenza? Noi diciamo no a questo schifo. Noi diciamo che i facchini licenziati dalla Granarolo meritano tutto il sostegno da parte della classe lavoratrice e per questo in tutti questi mesi abbiamo appoggiato la loro lotta e anche ieri eravamo con loro in corteo a Bologna. Ieri abbiamo visto tante persone in piazza, sicuramente meno di quello che avremmo sperato, una partecipazione tuttavia sufficiente da far capire ai padroni e ai loro scagnozzi politici e sindacali che questi lavoratori non sono soli. Abbiamo appreso , con grande gioia, che cominciano a ricevere la solidarietà non soltanto di altri facchini impiegati nel settore della logistica, ma anche di lavoratori di altri settori: gli insegnanti di una scuola elementare di Bologna si sono attivati per raccogliere fondi a loro favore e lo stesso hanno fatto alcuni dipendenti del Comune di Bologna. Tali iniziative vanno estese e rafforzate: solo una generosa solidarietà della classe lavoratrice può dare forza ai facchini nella loro lunga battaglia contro il gigante delle cooperative e la sua corte di lacchè.
2/2/2014
W i lavoratori licenziati dalla Granarolo
Solidarietà militante con la loro lotta
Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe
W i lavoratori licenziati dalla Granarolo
Solidarietà militante con la loro lotta
Combat – Comunisti per l’Organizzazione di Classe
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